A Livorno, dal 1 giugno al 30 settembre, in mostra opere dagli inizi degli anni '60 fino ai giorni d'oggi, incentrate sul concetto del multiplo.
Il multiplo e l'opera grafica consentono all'artista di cimentarsi in una esperienza artistica completamente diversa dalla pittura e dalla scultura, dove è richiesta una grande maestria tecnica: un numero sempre maggiore di artisti si confronta con queste espressioni dando così vita ad un linguaggio autonomo. Il desiderio di raggiungere un sempre più vasto numero di collezionisti e appassionati d'arte ha spinto molti artisti a confrontarsi con il concetto di serialità e con le nuove tecnologie necessarie per la produzione di multipli d'arte.
Il successo sempre crescente di queste opere seriali, che spesso non hanno niente da invidiare alle opere cosiddette uniche, sia nel mercato nazionale che in quello internazionale, dimostra che l'interesse verso queste opere è andato sempre più crescendo. Il progetto espositivo di questa mostra alla galleria Guastalla Centro Arte è incentrato sulla presentazione di circa 50 opere di artisti contemporanei di fama internazionale, che hanno sviluppato nel tempo la progettazione di opere multiple.
Le opere esposte interessano un arco di tempo che va dagli inizi degli anni '60 fino ai giorni d'oggi, periodo che ha visto una grande diffusione del multiplo d'autore, e che abbraccia vari movimenti e correnti artistiche: l'arte astratta e informale, presente in mostra con opere di Accardi, Capogrossi, Dorazio, Scanavino, Jenkins e Tapies, l'arte programmata e cinetica, rappresentata da alcune serigrafie con effetti ottici di Biasi e Munari, lo spazialismo, di cui una rara litografia di Lucio Fontana e due estroflessioni di Bonalumi ne sono una testimonianza. Ed ancora le sperimentazioni dell'arte concettuale e dell'arte povera, in mostra con rare opere di Gino De Dominicis, Alighiero Boetti e Michelangelo Pistoletto, e quelle della Pop Art italiana, di cui alcuni multipli polimaterici di Enrico Baj ne sono un esempio.
Di particolare importanza "I pendoli", una scultura in acciaio di Fausto Melotti e "Monumento a Vittorio Emanuele" multiplo polimaterico di Christo, come anche "Il piccolo cavaliere" di Marino Marini e "Midi le trefle blanc" preziosa acquatinta di Joan Mirò: per finire "Pitagora" libro cancellato di Emilio Isgrò e "Pittura bianca" due elementi in serigrafia materica di Pino Pinelli.